TRAVERSO

I traversi non sono poi così frequenti in gola ed in genere vengono allestiti per evitare pozze particolarmente pericolose (gorghi e sifoni) o per allontanare l'attacco di una discesa che ci esporrebbe al getto troppo forte di una cascata.
In genere ci si assicura ad un capo della corda mentre un compagno asseconda i nostri spostamenti con un mezzo barcaiolo approntato alla partenza. Ovviamente in caso di caduta il nostro compagno DEVE reggere lo strappo e controllarci.

Però, soprattutto se non ci fidiamo di (o non possiamo affidarci a) chi ci accompagna, a causa della sua scarsa preparazione tecnica, possiamo anche fare tutto da soli.
Un breve riepilogo delle operazioni da effettuare e qualche osservazione:

(0). Uso il n.0 perché banale: fissare la corda alla partenza con un nodo a scontro (anche quello di giunzione, ma in tal caso vorrebbe dire dover fare un traverso "del Monte Bianco"!) lasciando corda abbondante per arrivare dall'altra parte.

(1). Definita approssimativamente la lunghezza del traverso da allestire, è opportuno fare un nodo di fine corsa sulla corda su cui ci muoviamo ad una distanza che ci impedisca di finire nella vasca, in caso di caduta e nella peggiore delle ipotesi. Quindi ci si assicura alla corda con un MB, un "cuore", un Gigi nel modo bloccante oppure lo stesso discensore otto nel modo più "frenato" che conosciamo (ovviamente se la lunghezza del traverso è maggiore dell'altezza esistente tra noi e la vasca non sarebbe male effettuare un nodo a distanza minore, avendo cura di scioglierlo e rifarlo più avanti una volta che lo si è raggiunto).

(2). In alternativa, ci assicuriamo alla corda con un vero bloccante (preferibile lo shunt per la maggiore dinamicità del blocco), con la testa dell'attrezzo (cioè la parte alta) direzionata verso la partenza. In tal modo, in qualsiasi momento avvenga la caduta, il blocco è assicurato.





ACCORGIMENTO: per evitare di far lavorare troppo il nodo a scontro è opportuno fissare la corda alla partenza con un GCF su moschettone (vedi foto).

(3). Traversiamo, avendo cura di spezzare il traverso in più tratte se questo dovesse essere molto lungo o, peggio, dovesse presentare dei passaggi molto esposti.
Non dimentichiamo che stiamo allestendo qualcosa che servirà soprattutto a chi ci segue e non lo stiamo facendo per pura dissertazione tecnica e che, in ogni caso, situazioni potenzialmente "letali" (es. vasca sifonante) impongono soluzioni di questo tipo.

(4). Quando il primo (VOI?) è passato tensionerà e legherà il capo della corda all'arrivo e farà passare gli altri, che sfrutteranno il traverso così allestito.

(5). L'ultimo, tolto l'eventuale moschettone alla partenza, sfrutterà come bloccaggio il nodo a scontro e, nel caso non lo avessero fatto i suoi compagni, porterà con sé (ovviamente!) l'altro ramo della corda.
Se il passaggio è molto esposto, una volta tolto il GCF alla partenza è bene che i compagni all'arrivo ritensionino la corda.





(6). Quando anche l'ultimo ha superato il traverso non resta che... recuperare il tutto tirando il secondo ramo (nella foto la corda gialla).