TELEDEVIATORE

Ho dato questo nome a quella specie di teleferica in cui i ruoli dei due rami (portante e freno) si invertono: il ramo portante è quello che useremo normalmente per la discesa (il ramo freno visto per la teleferica), mentre l'altro diviene il ramo guida (il portante visto per la teleferica).

SITUAZIONI
Un Teledeviatore può tornare molto utile per superare un ostacolo in cui il punto d'arrivo non sia molto distante. In tal caso il fattore critico che impone la scelta tra Teledeviatore e Teleferica è la pendenza esistente tra partenza ed arrivo. Infatti, mentre nella Teleferica ci muoviamo con una carrucola su una corda che in pendenza ci porta direttamente verso il punto d'arrivo, un teledeviatore ci consente soltanto di deviare dalla normale direzione di discesa che ci imporrebbe il ramo portante, sfruttando il secondo ramo come guida. Questo potrà semplicemente essere tenuto da un compagno situato all'arrivo.
È evidente che in presenza di scarsa pendenza tale dispositivo è irrealizzabile, poiché l'attrito dovuto alla corda di discesa sul discensore non consentirebbe lo scivolamento lungo il ramo guida. In tal caso è si dovrà necessariamente ricorrere alla Teleferica.
Il Teledeviatore (che qualcuno definisce anche Semi-Teleferica) è una tecnica utilissima ed estremamente rapida soprattutto nel superamento di pozze vorticose, vasche sifonanti o per uscire dalla verticale di cascate con grossa portata d'acqua.

APPRONTAMENTO
Il vantaggio maggiore risiede nel NON dover tensionare nulla, come invece è richiesto per la Teleferica, ma semplicemente nel posizionare un nodo a scontro (quello di giunzione oppure uno preparato ad hoc) a monte del ramo su cui scenderemo.
Riveste una particolare importanza la disposizione delle corde nel caso si decidesse di prevenire eventuali problemi ad un compagno. Evidentemente tale problema si pone soprattutto per l'ultimo che scende, dato che per gli altri è sempre possibile effettuare un intervento dall'alto.



1. Soccorso NO: il nodo resta dal lato del ramo guida (la corda rossa della foto) e va a scontro sulla maglia. Si scende normalmente sull'altro ramo, bloccato dal nodo a scontro, e si sfrutta (allongiandovisi) il ramo guida, che sarà tensionato dal basso da un nostro compagno, per uscire dal getto di una cascata o per non finire in una pozza vorticosa.
E' il sistema più semplice ma non offre possibilità d'intervento sull'ultimo compagno che si dovesse bloccare sulla corda durante la discesa (bocca di lupo o altro).
Per recuperare si tira il ramo guida (corda rossa).

ACCORGIMENTO:è sempre opportuno fissare la corda di discesa con un moschettone + GCF direttamente sull'armo, fino all'ultimo compagno, che lo scioglierà e scenderà con il nodo a scontro.




2. Soccorso SI: il nodo di giunzione è collocato dal lato del ramo di discesa (la corda gialla della foto) e, necessariamente, il ramo guida (cui ci si allongerà) dovrà essere bloccato a valle con un MBB su un ancoraggio adeguato, in grado di sostenere il carico del compagno che scende e con una lunghezza della corda disponibile pari almeno all'altezza del salto. In tal caso se un compagno, soprattutto l'ultimo, dovesse avere problemi durante la discesa sarebbe sufficiente sbloccare il MBB e calarlo giù con il ramo guida e, anche senza entrare in acqua, sfruttare il ramo di discesa per tirarlo fuori dall'acqua recuperandolo verso di noi.
Per recuperare la corda, una volta sbloccato il MBB, si tira il ramo di discesa (corda gialla).