ANCORAGGI

Tra i vari tipi di ancoraggio adottati quello che da molto tempo riscuote il maggiore interesse è senz'altro il Garda, noto anche come "multiplo in parallelo". Tuttavia da qualche tempo tale ancoraggio, almeno negli ambienti più tecnici, è caduto alquanto in disuso, in particolare a causa della dipendenza dell'intero dispositivo da un solo cordino che, tranciandosi per vari motivi, renderebbe il tutto letalmente inutile.
Ecco allora farsi strada il cosiddetto "multiplo in serie" che, a fronte di un più difficile assestamento direzionale (il Garda in questo è insuperabile), fornisce un maggiore margine di sicurezza, dovuto all'impiego di due anelli di cordino separati.

Ma qualcosa di ancora più elaborato, soprattutto nelle operazioni di armo speditivo ed in esplorazione, si sta affermando. E' un armo che io definisco "a fionda", molto simile al precedente da cui si differenzia per una minore quantità di cordino impiegata e perché più facile da direzionare. Si tratta di un unico pezzo di cordino in cui ciascuna estremità è annodata ad una placchetta con un nodo semplice inseguito ed al cui centro è effettuato un nodo doppio che forma un'asola. In questa si fa passare una maglia rapida (o vi si colloca prima una maglia di catena) in cui passerà la corda. In caso di rottura di uno dei due rami del cordino o di cedimento di uno dei due ancoraggi c'è sempre l'altro che supplisce.



Accorgimento: personalmente preferisco usare al posto del cordino la fettuccia tubolare da 26mm, perchè:
1. la superficie di contatto con la placchetta aumenta di molto, con una migliore ripartizione del carico su una maggiore superficie
2. COSTA MENO.







OSSERVAZIONE: attualmente si tende ad abolire l'uso delle fettucce, sostituendole con i cordini, perché una valutazione sulla loro integrità nel tempo sarebbe troppo difficile. Ma:



Versione estrema per semplicità e rapidità di esecuzione è la realizzazione di un ancoraggio con cordino e placchette autocostruite con foro di passaggio di circa 10mm: in tal modo per fissare le estremità del cordino alle placchette è sufficiente fare un nodo semplice che va a scontro. Funziona, indubbiamente (ma le placchette le dovete autocostruire).

Unica osservazione: sebbene per gli ultimi due tipi si tratti di ancoraggi multipli, l'asola in cui passa la maglia è sempre una. Se si trancia quella... siamo punto e a capo.

Le mie scelte in normale progressione:

in genere uso comunque il Garda su due chiodi, con fettuccia tubolare e maglia (anche di catena), ma su salti discreti (>20-30m) uso un multiplo in serie se il tiro non crea problemi oppure, se l'ancoraggio è molto spostato rispetto alla discesa, vado con un misto di Garda + rinvio di sicurezza della maglia con un secondo anello di fettuccia, su una qualsiasi delle due placchette. Il secondo anello è un di più, ma resta l'estrema funzionalità del Garda, che fa lavorare bene tutti i chiodi e consente di direzionare il tiro. In ogni caso, in termini di tempo, con due nodi al massimo ho completato l'armo (quello a "a fionda" ne richiede tre, due dei quali inseguiti).

Saltoni da 100m e dintorni? Tre chiodi, Garda e... un secondo Garda o almeno doppio rinvio separato della maglia su due dei tre chiodi (praticamente un multiplo in serie doppio, supplementare).

Le mie scelte in esplorazione:

"fionda" in primis, poiché tempo e materiale sono tiranni, ma su salti maggiori di 40-50m aggiungo comunque un rinvio diretto della maglia su uno dei chiodi. Preferisco una fionda al Garda per il risparmio di materiale (e per il margine di sicurezza in più) e la "fionda + rinvio" al multiplo in serie perché più facilmente direzionabile.




Beninteso, sono sceso anch'io su cose orripilanti ma:
1. con l'età e l'esperienza si diventa più saggi e...
2. ...si vive solo una volta!